Pubblicato su riviste

Kon Tiki/LI2B

Questo articolo l’ho scritto per la rivista mensile, “radiokit elettronica” dedicata alle radiocomunicazioni ed è stato pubblicato nel mese di settembre 2023

LI2B a 76 anni dalla spedizione in Polinesia del Kon Tiki

Dopo la seconda guerra mondiale, la spedizione del Kon Tiki ha avuto risonanza mondiale mettendo in risalto l’opera dei radioamatori che hanno avuto un ruolo determinante nel suo successo.

Dopo la seconda guerra mondiale le amministrazioni statali cominciarono a riconcedere l’uso di alcune bande di frequenza ai radioamatori.  Gradualmente vennero riassegnate bande in onda corta. Nel 1946 la FCC1 americana aveva già attribuito le bande dei 40, 20 e 10 metri. I radioamatori poterono ritornare liberamente all’uso della radio interrotto durante il periodo bellico.

In quelli anni incominciarono le prime spedizioni radioamatoriali ma non come le intendiamo ai nostri tempi. Alcuni radioamatori, specialmente americani, si aggregavano a delle spedizioni scientifiche ai poli e in regioni remote sia per mare che per terra ed erano autorizzati ad usare il nominativo radioamatoriale rilasciato dalla FCC.

È quello che stava spettando anche l’archeologo ed etnologo norvegese Thor Heyerdahl che aveva già usato la radio nelle bande radioamatoriali durante suoi viaggi di ricerca nelle isole dell’oceano Pacifico, per comunicare con i famigliari e per comunicazioni di servizio.

Il suo progetto era di provare la teoria che la Polinesia fosse stata colonizzata da popoli provenienti dal Sud America, cioè da est, e non da popoli provenienti da ovest, come credevano allora. Il suo piano prevedeva l’uso della radio nelle bande radioamatoriali.

La teoria, che voleva provare, si basava sul fatto che le popolazioni del Sud America sarebbero state facilitate nel navigare verso le isole della Polinesia, dai venti Alisei che nell’Oceano Pacifico, a sud dell’equatore, spirano da est verso ovest e dalla corrente di Humboldt che, in quella zona, va nella stessa direzione. Un’altra convinzione dello scienziato norvegese, era che le popolazioni precolombiane del Sud America erano tecnicamente in grado di costruire un natante con i materiali disponibili all’epoca e raggiungere le isole polinesiane.

Thor Heyerdahl e il suo gruppo decisero di raggiungere le coste del Perù per documentarsi su documenti storici e immagini risalenti il periodo in cui la zona fu conquistata dagli spagnoli. Si resero conto che una zattera simile a quella usata dalle popolazioni precolombiane per raggiungere la Polinesia, poteva essere ricostruita con tutti materiali di allora ancora disponibili.

La squadra di Thor Heyerdahl era composta da sei persone di cui due radiotelegrafisti radioamatori. Torstein Raady e Knut Haugland, erano i due radiotelegrafisti del gruppo, che oltre alle telecomunicazioni erano impegnati anche in altri ambiti della gestione della zattera. A questo proposito bisogna sottolineare che i due operatori radio Raady e Haugland, si erano distinti nella la seconda guerra mondiale durante l’occupazione della Norvegia da parte dei nazisti, per aver operato con i partigiani oltre le linee nemiche mantenendo le comunicazioni radio con gli alleati tramite radio clandestine.

Il gruppo decise di procurarsi i materiali e costruire la zattera sul modello di quella storicamente documentata e la chiamarono Kon Tiki, il nome del dio Inca del sole. Il materiale per la costruzione del Kon Tiki consisteva in nove tronchi di legno di balsa lunghi 13 metri e del diametro di sessanta centimetri per la base galleggiante, delle assi dello spessore di 30 centimetri lunghe cinque metri e mezzo, di balsa, per il piano di calpestio, una capanna di bambo con lati di quattro metri e mezzo per due metri e mezzo. Un albero di nove metri per la vela tessuta con canapa. Il timone, di balsa, era manovrato a mano. Il tutto è stato assemblato con corde e legacci di canapa senza l’uso di nessun tipo di metallo che allora non era conosciuto. La zattera doveva essere il più possibile uguale a quella usata dalle prime popolazioni che hanno colonizzato la Polinesia.

L’attrezzatura di bordo, invece, era la più recente. Una bussola magnetica e sestante per la navigazione e per fare il punto nave. Macchine fotografiche e cineprese per documentare il viaggio. Un gommone con la radio di emergenza “Gigson Girl” come lancia di salvataggio. Una stazione radio ad onde corte con relativa antenna verticale e filare stesa sull’albero e un generatore a manovella. Della stazione radio parleremo più diffusamente dopo. Oltre ad attrezzatura medica e medicinali per la loro salute.

Il gruppo di esploratori e ricercatori, oltre al loro capo Thor Heyerdahl e ai due marconisti sopra citati comprendeva altri tre norvegesi addetti alla navigazione, Bengt Danielson, Erik Hesselberg e Herman Watzinger.

Mentre il gruppo era impegnato nel reperimento dei materiali e nella costruzione della zattera nel porto peruviano di Callao, è stato incaricato un radioamatore norvegese Bojorn LA1GA, che lavorava presso l’ambasciata norvegese a Washington, di progettare, assieme alla ARRL2, la stazione radio del Kon Tiki. La richiesta era che potesse operare nelle bande delle onde corte del Servizio Mobile Marittimo e nelle bande Radioamatoriali dei 40, 20 e 10 metri, onde corte, e i 6 metri VHF, in radiotelegrafia Morse A13 e in radiofonia A34. Doveva essere considerata la particolare installazione su una zattera. In particolare un ambiente molto umido e poco protetto dall’acqua. Doveva pesare il meno possibile. Anche l’alimentazione elettrica era un argomento critico. Nel frattempo il Ministero delle telecomunicazioni norvegese assegna il nominativo LI2B alla zattera Kon Tiki.

Durante lo sviluppo della stazione radio è stato pensato di alimentarla con batterie a secco ricaricabili e con un generatore a manovella che poteva essere utilizzato per alimentare gli apparati direttamente, anche il ricetrasmettitore per il gommone di salvataggio “Gibson Girl” era alimentato con un generatore a manovella entro contenuto. Tutti gli apparati, trasmettitori, ricevitori e batterie dovevano essere protetti in contenitori stagni adatti alle condizioni estreme, dovevano continuare a funzionare anche se fossero stati allagati dall’acqua di mare. Dovevano anche essere abbastanza leggeri e pratici da usare nei loro contenitori stagni.

I due operatori radio hanno preferito utilizzare batterie a secco e non quelle al piombo, più efficienti, perché l’elettrolito delle batterie al piombo conteneva acido solforico la cui accidentale fuori uscita avrebbe corroso irrimediabilmente le corde di canapa e il legno di balsa. Hanno rinunciato, pure, ad un generatore eolico, troppo ingombrante da gestire su una zattera.

Bojorn LA1GA e la ARRL si sono rivolti alla National Company americana, i cui progettisti erano anche radioamatori, per la costruzione di tre trasmettitori i cui progetti erano stati sviluppati dalla ARRL e pubblicati sulla rivista QST5. Il primo sulle bande dei 40 e 20 metri, il secondo sulla banda dei 10 e il terzo sulla banda dei 6 metri. Erano stati alloggiati ciascuno su un contenitore stagno, avevano una potenza di uscita di 10W con una valvola finale tipo 2E30 in CW6 e AM7, lo stadio finale era collegato all’antenna, una long wire stesa sull’albero, tramite un filtro a pi greco per accordarla sulle varie bande. I tre trasmettitori erano collegati all’alimentazione tramite morseti stagni e non erano stati utilizzati strumenti di misura per il controllo degli stadi vista la delicatezza di questi componenti non adatti all’ambiente di utilizzo.

Come ricevitore principale è stato scelto il National Company NC-173. Un ottimo ricevitore professionale in onde medie, onde corte e VHF8 nei 6 metri. La copertura era da 0,540 a 31 MHz e da 48 a 56 MHz. In AM e CW. Aveva 13 valvole, con bandspread sulle bande radioamatoriali. La stazione radio era stata installata dietro un tramezzo che separava la capanna dall’area comune.

Per le comunicazioni di emergenza, in caso di naufragio, avevano a bordo oltre al ricetrasmettitore “Gibson Girl” che operava in CW nelle frequenze di soccorso di 500 kHz, onde medie, e 8.280 kHz, onde corte, anche un ricetrasmettitore VHF che operava sul canale 16 del Servizio Mobile Marittimo per tenersi in contatto con le squadre di soccorso. Avevano a bordo anche una coppia di ricetrasmettitori inglesi da campo Mark II in onde corte da 3 a 16 MHz in caso di necessità.

Il Kon Tiki è partito da Callao in Perù il 28 aprile del 1947. È stato rimorchiato fuori dal porto e mollato il cavo di rimorchio si è diretto a ovest pronto a affrontare lo sconfinato Oceano Pacifico alla ricerca del suo obiettivo le isole della Polinesia, circa 7000 km di navigazione avvalendosi del vento e della corrente per provare la loro teoria, su una zattera quasi preistorica.

Durante le prime tre settimane non sono riusciti a stabilire collegamenti radio con il nord America e la Norvegia nonostante avessero fissato degli appuntamenti radio in determinate ore e frequenze. Però riuscirono a collegare la stazione radio della Accademia Navale Peruviana a Callao con nominativo OBE.

Il primo contatto radio con il Nord America è stato con un radioamatore della California il 20 maggio, 23 giorni dopo la partenza. Il collegamento è avvenuto con Harold W6EVM sulla frequenza di 14.142 kHz sulla banda dei 20 metri. Rotto il ghiaccio, nelle settimane successive si sono succeduti parecchi QSO9 con stazioni nord americane, la Zona del Cacale di Panama e la Norvegia nelle bande dei 20 e 10 metri sia in telegrafia morse sia in telefonia. Sono stati scambiati messaggi bilaterali per i famigliari e messaggi metereologici ed anche con l’ambasciata norvegese a Washington, per questo LI2B manteneva regolari contatti radio con W3AY di Washington DC.  I radio operatori del Kon Tiki mantennero anche regolari contatti radio con la stazione della associazione dei radioamatori norvegesi LA1C e la stazione norvegese LA7Y.

I due marconisti hanno dovuto risolvere parecchi problemi tecnici per poter supportare tale traffico radio. Le batterie a secco sono arrivate a bordo qualche giorno prima della partenza e non hanno avuto il tempo di provarle adeguatamente. Dopo qualche giorno mentre navigavano con mare grosso, un’onda particolarmente alta è entrata nell’abitacolo e ha danneggiato alcuni elementi delle batterie a secco riducendone la capacità. Inoltre il trasmettitore dei 20 metri è andato in avaria dopo circa una settimana, con una riparazione sommaria lo hanno riportato in vita ma è durato poco perché si è guastato ancora. Il problema era grave inquanto i 20 metri erano la banda più favorevole per i collegamenti con il nord America ed Europa. Hanno risolto modificando il trasmettitore dei 10 metri portandolo a trasmettere sui 20 metri riportando ancora in aria LI2B.

Dopo tre mesi di navigazione il Kon Tiki avvista le prime isole dell’arcipelago delle isole Taumotu facenti parte della Polinesia. Tuttavia il 30 luglio 1947 non sono riusciti ad atterrare nell’atollo di Puka-Puka a causa delle forti correnti che li trascinarono al largo e neppure il 4 agosto nell’atollo di Angataur, questa volta a causa della barriera corallina che lo circondava e che avrebbe distrutto la zattera. Ma 101 giorni dopo la partenza da Callao, il 7 agosto, il Kon Tiki si è arenato nell’atollo di Raroia subendo gravi danni alla zattera ma tutto l’equipaggio è rimasto incolume riuscendo a salvare anche tutto il materiale per la documentazione del viaggio.

L’equipaggio sapeva che l’atterraggio nelle isole polinesiane sarebbe stato difficoltoso e pericoloso perché la zattera era difficilmente controllabile senza la propulsione meccanica e con un timone fatiscente in legno di balsa. Così qualche giorno prima dell’arrivo il due marconisti sono riusciti a mettersi in contatto con un radioamatore locale tale ZK1AB nell’isola di Rarotonga facente parte dell’arcipelago delle isole Cook. Con lui Torstein si era accordato richiedendo un radioascolto ogni 90 minuti nella loro frequenza di trasmissione e se non li avesse sentiti per più di 36 ore di avvisare l’ambasciata norvegese a Washington per organizzare una missione di ricerca.

Fortunatamente l’atterraggio è riuscito senza inconvenienti e l’ultimo messaggio dalla zattera prima di arenarsi è stato “OK mancano solo 50 yarde10. Siamo quasi arrivati. Ci risentiamo”.

Sono stati veramente fortunati ad attraversare la barriera corallina quasi indenni prima di arenarsi poco prima della riva. L’isola di Raroia era deserta, aveva un diametro di circa 200 metri ed era sopraelevata di circa due metri. Con il gommone hanno cercato di recuperare l’attrezzatura dal relitto del Kon Tiki necessaria a sopravvivere sull’isolotto. Erano preoccupati per la radio, che gli sarebbe servita ancora per comunicare la loro posizione perché era completamente bagnata. I due marconisti la hanno estratta dai contenitori e messa ad asciugare al sole tropicale.

Tutta la squadra cercava di rendersi utile per far funzionare la radio perché dovevano comunicare a ZK1AB che erano arrivati tutti sani e salvi prima che scadessero le 36 ore dall’ultimo collegamento e scattasse la missione di ricerca e salvataggio. Le batterie erano tutte inutilizzabili, restava il generatore a manovella con questo hanno fatto funzionare il ricevitore NC-173 ma il trasmettitore, invece, ancora non funzionava. Hanno allora cercato di mettere in funzione il trasmettitore della radio da campo inglese Mark II. Nel frattempo sentirono con il NC-173 il traffico radio della stazione radio di Rarotonga che li cercava e voleva far partire la ricerca e il soccorso di eventuali naufraghi del Kon Tiki. Finalmente I due marconisti riuscirono a collegarsi sia con ZK1AB sia con il nord America comunicando la loro situazione rassicurando tutti.

Alcuni giorni dopo gli abitanti di un atollo vicino sono arrivati per aiutarli e li hanno invitati al loro villaggio. Da questo nuovo sito, in attesa di essere recuperati, hanno installato la stazione in maniera più efficiente con l’antenna stesa fra due palme, LI2B è tornata in aria.

In quei giorni è capitato che un abitante del villaggio che li ospitava, si sentisse male. Prontamente i due marconisti si sono messi in contatto con un radioamatore di Los Angeles chiedendo aiuto medico e con i medicinali della cassetta del Kon Tiki hanno potuto curare il polinesiano che è guarito.

Tutte le radiocomunicazioni di servizio e di emergenza durante la spedizione del Kon Tiki sono avvenute in radiotelegrafia Morse nelle bande radioamatoriali.

L’allora Amministrazione Coloniale Francese organizzò una nave per il trasferimento dei membri della spedizione norvegese dell’attrezzatura e il relitto della zattera a Tahiti. Qualche mese dopo una nave mercantile, appositamente noleggiata dal governo norvegese, ha riportato gli uomini del Kon Tiki il relitto della zattera e tutta l’attrezzatura in Norvegia. Ad Oslo è stato allestito il museo della spedizione con la zattera e tutto il materiale originale compresi gli apparati radio di LI2B.

In un articolo su QST dell’epoca, l’autore scrisse “Questa è stata una delle spedizioni più insolite che coinvolsero i Radioamatori”, questa valutazione può essere considerata vera anche ai giorni nostri.

Note:

  1. FCC Fedederal Communication Comission. Il ministero delle telecomunicazioni americano
  2. ARRL American Radio Relay League l’associazione dei radioamatori americani
  3. A1 simbolo tecnico della radiotelegrafia Morse
  4. A3 simbolo tecnico della radiotelefonia in modulazione di ampiezza
  5. QST rivista mensile della ARRL
  6. CW Continuos Waves. Abbreviazione per indicare la radiotelegrafia Morse
  7. AM Amplitude Modulation. Abbreviazione per indicare la modulazione di ampiezza
  8. VHF Very High Frequency. La gamma di frequenze che va da 30 MHz a 300 MHz
  9. QSO gruppo di codice Q per indicare un contatto radio
  10. Una yarda corrisponde a 91,44 cm

Bibliografia:

  1. “KON-TIKI 4000 miglia su una zattera attraverso il Pacifico” editore Aldo Martello pubblicato nel 1955. Traduzione in italiano di Benedetto Calamati del resoconto originale del capo spedizione Thor Heyerdahl. Titolo originale “Kon-Tiki Exspedisjonen”
  2. Testo “Tutto il mondo con la radio” guide pratiche Valecchi 1976
  3. Testo “shortwave receivers Past and present” Third edition 1997
  4. Sito web del museo Kon Tiki di Oslo www.kon-tiki.no
  5. Rivista Funk Amateur 9/2022

Note sulla radio portatile di emergenza per lance di salvataggio “Gibson Girl”

La sigla tecnica di questo ricetrasmettitore americano è SCR-578 con cui è stata adottata dall’esercito, marina e aviazione americani durante l’ultima guerra mondiale, quale radio per i mezzi di salvataggio in mare. Sulle navi mercantili, su cui è stata pure adottata, era conosciuta con il nomignolo “Gigson Girl”. Pur essendo pesante è completamente stagna e galleggiante. Poteva essere buttata a mare e poi ripescata dalla lancia di salvataggio per il suo utilizzo. Aveva un generatore a manovella azionato da una persona diversa dall’operatore radio. Era completa di antenna filare sostenuta da un pallone gonfiabile a gas, cuffia e tasto morse e tutto il necessario per utilizzarla. Trasmetteva a bassa potenza, 10W e riceveva su due frequenze di soccorso in CW, la 500 kHz in onde medie e la 8.364 kHz in onde corte. Io l’ho avuta in dotazione sulla mia seconda nave, quando facevo il marconista. L’ho usata solo, fortunatamente, per fare le esercitazioni di abbandono nave. Una volta ho chiesto ad un marconista americano perché gli fosse stato dato tale nomignolo. Mi rispose che durante una esercitazione il marinaio che la teneva fra le gambe per girare la manovella del generatore, questa era la posizione migliore per azionarla, esclamò “E’ meglio della mia ragazza”. Il marinaio si chiamava Gibson e la radio è diventata “Gibson Girl”. Io gli ho creduto.

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